lunedì 13 maggio 2013

UNA DI QUELLE 5 STELLE È RAZZISTA

Una di quelle cinque stelle, evidentemente, brilla anche per i razzisti. L’ennesima esternazione del leader del M5S contro la proposta di dare ai figli delle persone migrate in questo paese la cittadinanza italiana ha tutto il sapore della discriminazione e dell’opportunismo. Anche Grillo, come gran parte dei politici attuali, mette strumentalmente in ballo l’Europa, dicendo che nell’UE non esiste lo Ius Soli. E quindi? Quanti diritti, pur scritti nelle carte costituzionali dei singoli paesi europei e della stessa Unione europea, non sono in pratica rispettati o non vengono nemmeno considerati? Il fatto che un diritto non venga ancora riconosciuto in Europa non significa automaticamente che non possa o non debba essere riconosciuto in uno dei paesi che fanno parte dell’unione. Negli altri paesi europei, per esempio, esistono ancora i manicomi, non riconoscendo ai malati mentali gli stessi diritti di tutti i cittadini: se si volesse seguire la logica del leader del M5S, in Italia si dovrebbero quindi aprire di nuovo gli ospedali psichiatrici? Che cosa spinge il leader di un movimento, che si autodefinisce rivoluzionario, ad esporre idee che sono condivise anche dagli eredi del fascismo nostrano? Sono idee proprie o è solo frutto dell’opportunismo elettorale che così bene ha caratterizzato la classe politica che il M5S dichiara di voler combattere? O tutte e due? Sarebbero gradite delle risposte a queste domande. Cosa che non dovrebbe risultare difficile per un personaggio pubblico che si è sempre dimostrato alquanto prolisso – se non a volte logorroico – in tante altre occasioni.

giovedì 3 gennaio 2013

L’AGENDINA DI MONTI

Più se ne parla, più la cosiddetta “agenda” elettorale di Mario Monti appare, nei contenuti, di dimensione microscopiche di fronte alla situazione critica che l’Italia sta vivendo. Molti sono gli esempi che si potrebbero fare, ma è sufficiente farne solo uno per dimostrare quanto detto: l’istruzione. La formazione scolastica e universitaria rappresenta un capitolo talmente fondamentale per lo sviluppo di un paese che basta e avanza per dimostrare la piccineria del progetto politico di Monti & Co. Nel manifesto di tale progetto è scritto a chiare lettere che l’istruzione e la formazione sono “le chiavi per far ripartire il Paese”. Quando si tratta di fare solenni proclamazioni da usare in campagna elettorale tutti riconoscono la centralità dell’istruzione e della sanità per lo sviluppo di una nazione. Ma puntualmente, quando si passa ai fatti, quelle proclamazioni si rivelano solo delle menzogne. Quali sono questi fatti? Due soli numeri bastano per scoprire le bugie: 223 milioni e 300 milioni. 223 milioni sono gli euro che sono stati stanziati dal governo per le scuole private; 300 milioni sono gli euro sottratti ai Fondi di Finanziamento Ordinario della formazione pubblica. Come dire: abbattere definitivamente la scuola pubblica e investire nell’istruzione privata. A questo punto sorge spontanea una domanda: ma a quale secolo si riferisce l’agenda dell’ex capo di governo? Quanti decenni, se non secoli, sono passati da quando l’istruzione, proprio perché affidata ad istituzioni private, era un privilegio delle classi sociali più ricche, mentre gran parte del popolo affogava nell’analfabetismo? Se a tutto questo si aggiunge poi la dichiarata affinità di idee di Monti con la cosiddetta riforma del peggior ministro dell’istruzione della repubblica italiana che risponde al nome di Gelmini, il quadro dovrebbe risultare ormai abbastanza chiaro a tutti coloro che godono del senso della vista e che non hanno rinunciato ancora ad usarlo. Conclusione: agendine come queste non ci servono. Ne abbiamo viste già abbastanza. I progetti di rinnovamento sono ben altro. Il passato non va ripetuto, ma solo consultato per non fare gli stessi errori di sempre.