sabato 1 novembre 2014

VOLETE LA LOTTA DI CLASSE? OK. L'AVRETE.



La caratteristica fondamentale dell'attuale governo è l'esorbitante abbondanza di chiacchiere. Mentre sabato 25 ottobre a Roma sono scese in piazza un milione di persone per protestare contro la legge di stabilità, contemporaneamente il presidente del consiglio faceva tranquillamente evaporare migliaia di parole al vento cercando di convincerci che se crediamo ancora nel posto fisso e nella validità dell'articolo18 siamo dei trogloditi e anche dei deficenti, visto che metaforicamente insisteremmo a voler far funzionare un cellulare con i gettoni telefonici.
Chiacchiere, solo povere chiacchiere! Perché?
Perché, per esempio, l'Unicef ci fa sapere che in Italia ormai un bambino su tre vive in condizioni di povertà,  cioè 600mila in più rispetto al 2008.
Perché, sempre per esempio, al sud le famiglie povere sono aumentate del 40% in un solo anno e si sono persi 600mila posti di lavoro in 5 anni, con il numero di occupati più basso dal 1977.
Perché più del 40% degli studenti non prosegue gli studi per mancanza di risorse economiche e, nonostante ciò, le tasse universitarie continuano a lievitare anno dopo anno.
Risulta ormai evidente che da diversi anni è in corso un vero e proprio attacco contro le classi meno abbienti, sia in Italia che a livello internazionale. Un attacco in corso ormai da più di 30 anni che ha come primo obiettivo l'annullamento di tutti i diritti conquistati durante gli anni '60 e '70. I dati, come quelli su esposti, parlano sempre più chiaro e il fatto che l'UE approvi la legge di stabilità varata dal governo non fa altro che confermare il suddetto attacco.
Quando si legge sui giornali che l'UE approva o disapprova, chi in realtà sta decidendo?
Una commissione costituita da alcune persone messe lì a sorvegliare e giudicare i singoli stati, ben attenti a che non commettano alcuna violazione delle norme europee di bilancio. E i milioni di cittadini europei che sempre più formalmente vengono chiamati a votare per il parlamento europeo? Dove sono finiti i programmi politici presentati dai partiti per farsi votare? Ora sono solo carta straccia. Ne siamo più che sicuri. Una volta archiviata l'ennesima buffonata elettorale, ciò che contano veramente sono i poteri forti, di cui l'attuale capo del governo italiano è il principale portavoce, ma sempre e soltanto un burattino ben felice di esserlo.
In altre parole, l'attacco ai diritti fondamentali, cioè il diritto ad una lavoro, alla salute, all'istruzione, ad una vita dignitosa per tutti, fa parte di una vera e propria lotta tra classi sociali. Se è vero questo, allora è anche vero che il tempo per gli indugi è agli sgoccioli e che tra pochissimo tempo sarà impossibile non schierarsi.

Roma, 29 ottobre 2014

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