venerdì 18 febbraio 2011

LA GUERRA, NEL FRATTEMPO


18 febbraio 2011

Mentre il popolo italiano continua ad essere distratto dalle vicende giudiziarie del capo di governo più inutile che la nostra storia ricordi, il Senato ha approvato, in un silenzio mediatico vergognoso, il rifinanziamento della missione militare in Afghanistan.
Insomma, mentre tutta l’opinione pubblicata – non pubblica – ci sta ammorbando su tutte le ipotesi possibili e immaginabili su quanto tempo durerà ancora questo governo, come se solo da questo dipendesse il futuro del nostro paese, lo stesso governo decreta d’urgenza la proroga di una missione militare che ormai dura da nove anni e che, siccome è sostanzialmente una missione di “guerra”, non ha raggiunto nemmeno uno degli obiettivi di pace formalmente dichiarati.
Ancora una volta, purtroppo, l’opposizione non si è opposta, anzi, con la sola eccezione dell’Italia dei Valori, ha votato compatta a favore di questo ennesimo rifinanziamento.
Ancora una volta la menzogna ha preso il sopravvento: partiti politici come il Partito Democratico e l’Unione di Centro, che non perdono occasione per attaccare a parole l’attuale governo in nome della Costituzione, quando si tratta di far rispettare nei fatti la Costituzione si tirano indietro e votano per l’ennesima volta a favore della guerra, nonostante l’articolo 11 della stessa Carta.

Questa falsa opposizione accusa il governo di non occuparsi dei reali problemi del nostro paese. Da che pulpito viene questa predica se, nonostante la continua emorragia di posti di lavoro e i vergognosi tagli alla spesa pubblica, la stessa cosiddetta opposizione vota un rifinanziamento che costerà a tutti i cittadini 410 milioni di euro in soli 6 mesi? Mentre migliaia di giovani non riescono a trovare un lavoro degno di questo nome, lo Stato deve mantenere un contingente militare di 4.350 soldati. Mentre continuano a diminuire i fondi per l’istruzione e per la ricerca, lo Stato spende decine e decine di milioni di euro per armi di svariato genere, blindati, carri armati, caccia-bombardieri e elicotteri da combattimento.

Ancora non è stata fatta piena chiarezza sulla necessità di superare la violenza come metodo di risoluzione dei conflitti. Mancano fatti concreti. In questo momento di non sufficiente chiarezza è necessario che chi dichiara di ripudiare la violenza, rifiuti qualsiasi fazione che ha le mani insanguinate, che proclami ideali più alti della vita stessa e che si muova in nome di una causa che genera sofferenza.


Carlo Olivieri
movimento umanista

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