martedì 29 gennaio 2008
GUARDAMI KENIA
Guardami Kenia.
Guardami, fammi sentire la tua presenza,
il tuo affanno mentre corri,
mentre schivi i proiettili,
quei proiettili che bucano la nostra terra,
la nostra terra dove cade tua madre,
tua madre che ti fa l’ultimo sorriso,
un sorriso rosso che continua fino a giù,
fino a bagnare di rosso la nostra terra.
Guardami Kenia.
Guardami, toccami,
fammi sentire il tremore delle mani,
quelle mani talmente sporche da essere pulite, troppo pulite
per chi ha le mani talmente pulite da essere sporche,
sporche e rosse,
rosse come la terra dove è caduta tua madre.
Guardami Kenia.
Guardami e sentimi,
senti il mio cuore con le tue mani,
le tue mani che tremano come il mio cuore,
il tuo cuore che trema come le mie mani,
le mie mani così, sul tuo cuore,
le tue mani così, sul mio cuore.
Guardami Kenia.
Non abbassare lo sguardo,
lo sguardo che voglio accarezzare.
Piangi Kenia? Sì Kenia, piangi.
Fai scendere le tue limpide lacrime,
falle scendere fino al cuore,
il cuore che non trema più,
no, ora non trema più.
Limpide e potenti quelle lacrime,
lacrime di un nuovo coraggio.
Guardami Kenia.
Guardami come ti guardava tua madre,
tua madre felice,
felice di vedere i suoi figli camminare,
camminare sicuri verso il futuro,
un futuro pulito,
pulito come le tue mani sporche di terra,
le tue mani che ora no, non tremano più.
Carlo Olivieri
medico umanista
29 gennaio 2008
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
3 commenti:
Grazie Carlo,il testo è bellissimo. Sono commossa.
Ti abbraccio
Carlo, questa poesia è veramente toccante. Grazie!!
Sandro
Bellissima... la copierò sul mio blog!
Posta un commento