domenica 3 gennaio 2010

ORA TUTTI PARLANO DI RIFORME: MA IN QUALE DIREZIONE?


Intervistato da Libero, il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta ha detto che è necessario cambiare anche la prima parte della Costituzione, articolo 1 compreso: "Stabilire che l'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro non significa assolutamente nulla".

La capogruppo Pd al Senato Anna Finocchiaro fa sapere che ci vuole "un Parlamento più forte. Il sistema parlamentare resta la soluzione migliore, ma posso anche concordare sull'esigenza che alcuni poteri del premier, chiunque esso sia, vadano rafforzati. Tra presidenzialismo e parlamentarismo esistono vari sistemi intermedi".

Non ci siamo. Non vogliono mollare.
L'alternativa non sta nel cambiare la prima parte della Costituzione o nel cercare una via di mezzo tra il presidenzialismo e il parlamentarismo.
Il vero cambio si dovrebbe basare su riforme che diano progressivamente sempre più potere al popolo, coerentemente con quanto dice la Costituzione stessa, che, proprio nell'articolo 1 che Brunetta vorrebbe cambiare, dice che "la sovranità appartiene al popolo".

Non ci vuole un parlamento più forte o addirittura un capo del governo più forte, ma una democrazia più forte, cioè una democrazia reale.
Il passaggio da una democrazia formale ad una democrazia reale dovrebbe essere il punto di riferimento di vera riforma. Tutto ciò che invece andrà in direzione contraria, cioè verso un ulteriore aumento del grado di dipendenza del popolo, non potrà che essere una controriforma e come tale dovrà essere combattuta.

Carlo Olivieri
umanista

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