sabato 1 dicembre 2007

La sicurezza di Tex Willer


Lo sapevate? Ora con il nuovo pacchetto-sicurezza, varato dal governo italiano, saremo finalmente più al sicuro. Più al sicuro da che cosa? Da chi? Ma soprattutto: più sicuri perché?
Tutti noi, comuni cittadini, sappiamo che la prima preoccupazione della maggioranza di noi è la precarietà e soprattutto il fatto che, per la prima volta, le nuove generazioni non potranno, se si continua così, sperare in un futuro più sicuro rispetto a ciò che hanno vissuto le generazioni meno giovani.
Forse i cinque decreti governativi in questione rispondono a questa domanda di sicurezza? Non sembra proprio. E allora di quale sicurezza si sta parlando?
Forse si sta parlando della sicurezza di quella minoranza di italiani che certo non ha problemi ad arrivare alla fine del mese. Come, per esempio, la sicurezza del giornalista di Mediaset Sposini, il quale, subito dopo essere stato aggredito e derubato, non ha certo perso tempo ad incolpare due persone non identificate ma che sicuramente erano stranieri dell’Europa dell’Est. Romeni insomma.
Peccato che poi si è scoperto che gli aggressori facevano parte, invece, di una banda composta da nostri compatrioti, responsabili di ben otto colpi nel giro di un mese.
Eh bravo Sposini! Intanto un altro contributo affinché salga la tensione nei confronti degli stranieri l’abbiamo dato, no?! Poi, chi se ne frega se la verità è un’altra!


Questa, insomma, è la sicurezza di cui si è occupato il consiglio dei ministri? Questa è la sicurezza di cui sembrano tanto preoccupati alcuni sindaci?
Sta di fatto che, mentre tutti sembrano tanto preoccupati per garantire la sicurezza di noi cittadini dall’assalto di lavavetri, nomadi, prostitute, writers e clandestini, gli stessi enti locali molto spesso si rendono responsabili di atti ben più gravi e che mettono in serio pericolo il nostro futuro.
Molti enti locali, come i Comuni di Torino, Genova, Napoli, Taranto e come le Regioni Marche, Liguria, Lombardia, Puglia e Campania, solo per citare gli enti più grandi tra quelli coinvolti, sono indebitati fino al collo con le banche, facendo ricadere su tutti noi i danni di operazioni finanziarie, i cosiddetti “derivati”, costruite su debiti già esistenti: mentre normalmente sui debiti si pagano interessi predeterminati, con queste operazioni gli interessi variano col variare dei mercati. Migliaia di imprenditori, grandi e piccoli, sono caduti nella trappola e ora sono indebitati anche per centinaia di migliaia di euro. Ma se è una regione o un comune, cioè un ente pubblico, a perdere 100 volte quello che ha investito, siamo noi cittadini che dovremo pagare. Sarà per questo che molti sindaci si oppongono all’eliminazione dell’ICI sulla prima casa?
E allora? Da chi dobbiamo veramente guardarci? Chi attenta veramente alla nostra sicurezza? L’extracomunitario che vende merce contraffatta, reato per il quale ora è previsto un inasprimento delle pene, oppure chi, come molti nostri amministratori, arriva anche a nascondere tali malefatte finanziarie nei bilanci degli enti pubblici di cui sono responsabili?

La realtà è che il nostro paese si sta impoverendo e non solo economicamente. La storia ci insegna che quanto più aumenta la costruzione della falsa sicurezza - rappresentata da inasprimenti di pene, più presenza delle forze dell’ordine e più espulsioni di esseri umani sgraditi – tanto maggiore è l’insicurezza del futuro di un paese e del suo popolo. La concomitanza tra questi due fattori si è ripetuta innumerevoli volte ed è tuttora presente nei paesi più poveri.
Cambiamo rotta, prima che arrivi Tex Willer.

Roma, 31 ottobre 2007


Carlo Olivieri (carlo.olivieri3@tin.it)

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